In questo articolo illustrerò l’origine del Jedismo.
Ci sono due concetti da seguire contemporaneamente e sono sul pensiero e sul “campo di azione”.
E’ mia opinione che il pensiero Jedista debba essere non scientifico.
Il Jedismo è cosmogonico.
Se bene la cosmogonia riguardi l’universo e cioè una cosa concreta e non astratta, c’è nell’universo qualcosa che non può essere scientificamente accettato, e mi riferisco all’infinità dell’universo.
Per accettare un concetto come l’infinito non ci si può affidare alla visione degli scienziati che hanno un pensiero razionale, ma ci si deve pragmaticamente affidare al pensiero filosofico, quindi al raziocinio.
La differenza fra raziocinio e il concetto di razionale è sottile ma esiste, cosi come è differente la materia degli scienziati e la filosofia.
Altri concetti simili (di cui magari parleremo in seguito) sono oggettività e soggettività, induzione e deduzione.
Quindi sciolto il presupposto che il Jedismo debba muoversi perlomeno in ambito filosofico, ora permettetemi di allungare un po’ il discorso e guardare al futuro.
Il Jedismo dovrebbe staccarsi dalla filosofia e diventare religione perché la religione crea concetti e parole che possono essere oscuri in un primo momento e assumere (dopo) significati più chiari.
Questo è anche quello che succede in chi crede nella Forza.
La Forza si manifesta in molti modi.
Queste manifestazioni possono essere denominate “apporti naturali” (per il lato chiaro della Forza).
I Jedi però non hanno un “manuale delle istruzioni” per sapere cosa fare e cosa non fare.
Molte cose sfuggono e altre invece diventano chiare solo alla fine.
Per concludere la logica del mondo non è quella di chi segue la religione “nel mondo ma non del mondo” noi siamo.